Una grande percentuale di persone al di sopra dei 50 anni soffre di polipi intestinali. Nella maggior parte dei casi (75/80%), essi tendono a formarsi sulla mucosa dell’intestino, soprattutto nel sigma e nel retto (l'ultima parte dell'intestino). La maggior parte di queste neoformazioni sono di origine benigna, ma bisogna comunque tenerle sotto stretto controllo per evitare l’insorgere di complicazioni.
È molto importante, quindi, effettuare degli screening preventivi ed eventualmente rimuovere chirurgicamente i polipi intestinali più sospetti. Il medico può optare per una radiografia del colon o per l’esame di ricerca di sangue occulto nelle feci, ma la colonscopia rappresenta un’efficace garanzia diagnostica. Grazie a questa indagine diagnostica, infatti, è possibile individuare eventuali neoformazioni, molto frequenti negli over 50 e specialmente per coloro che hanno avuto dei casi di tumore al colon in famiglia. Negli ultimi anni è stata introdotta, inoltre, la colonscopia virtuale, ma pare che non sia adatta per tutte le tipologie di polipi intestinali.
La prevenzione permette di curare queste neoplasie in maniera efficace.
Cos'è un polipo intestinale?
Volendo pervenire ad una definizione, potremmo definire i polipi intestinali come delle escrescenze che vengono a crearsi dalla mucosa dell'intestino. Il 25% della popolazione sopra i 50 anni tende a soffrire di polipi. Spesso, si perviene alla scoperta di polipi nell'intestino in modo quasi casuale, ovviamente sempre attraverso appositi esami endoscopici.
Quanti tipi di polipi intestinali esistono?
- Polipi peduncolati: fuoriescono dalla mucosa dell’intestino, e hanno un peduncolo
- Polipi sessili: sono senza peduncolo e possono essere più difficoltosi da asportare.
- Poliposi: ha origine da un difetto genetico ed è caratterizzata dalla presenza di un numero di polipi maggiore di 100.
- Polipi iperplastici e infiammatori: spesso vengono individuati in concomitanza con altre patologie (Morbo di Crohn, diverticolosi e colite ulcerosa), ma fortunatamente la loro natura è benigna.
- Polipi neoplastici o adenomatosi: rappresentano dei polipi con caratteristiche istologiche in una fase di sviluppo più o meno avanzata.
Sintomi
I polipi intestinali non presentano sintomi e di solito vengono diagnosticati durante una visita specifica endoscopica. Si possono notare perdite di muco o di sangue associati a stati di anemia oppure a patologie proctologiche. In caso di polipi intestinali di una certa dimensione, altri sintomi possono essere:
- Diarrea/stipsi;
- Occlusioni intestinali;
- Coliche addominali;
- Tenesmo.
Quali sono le cause?
I polipi possono venire a formarsi per diverse ragioni, anche di tipo genetico. Ci sono, però, dei fattori predisponenti che facilitano la loro formazione. I principali fattori di rischio che possono portare all'insorgenza dei polipi nell'intestino sono:
- Dieta ricca di grassi animali e povera di fibre;
- Scarsa attività fisica;
- Fumo;
- Alcool;
- Obesità;
- Familiarità;
- Età superiore ai 50 anni.
Quando si parla di familiarità, il riferimento è alla presenza di un familiare di primo grado (madre, padre, fratello/sorella) che ha già subito l'asportazione di un polipo. In questo caso, la percentuale di soffrire della stessa condizione, in confronto al resto della popolazione, è senza dubbio più elevata.
L'aspetto incoraggiante è che una significativa percentuale di polipi riscontrata attraverso un esame endoscopico (circa l'80%) è di tipo benigno.
Come prevenire i polipi?
La parola d’ordine è prevenzione, mediante esami diagnostici e una corretta alimentazione. È risaputo che le fibre alimentari, contenute in alimenti come i cereali, contribuiscono a proteggere e a prevenire le malattie a carico dell’apparato intestinale, compreso il colon.
Le fibre solubili (cereali) hanno il compito di sciogliere le eventuali sostanze nocive favorendo la loro eliminazione attraverso le feci. Le fibre insolubili (verdure), invece, producono una sorta di “gelatina” che intrappola tossine e acidi biliari presenti nell'intestino. La fermentazione di tutte le fibre alimentari, grazie alla flora batterica, produce acidi grassi in grado di proteggere e nutrire la mucosa del colon. Più sostante “buone” e meno sostanze nocive!
Al contrario, il consumo eccessivo di carni rosse contenenti grassi saturi, un’insufficiente attività fisica, l’abuso di alcolici e di fumo di sigaretta contribuiscono alla formazione dei polipi intestinali. Un corretto stile di vita può diminuirne la comparsa, anche se va tenuto conto del fattore genetico.
Come diagnosticare un polipo intestinale?
La colonscopia è utilizzata come un efficace esame diagnostico, ma a seconda del tipo di polipo è possibile asportarlo all'occorrenza, per poi procedere con l’esame istologico (biopsia) che ne valuterà la natura. A seguito dei risultati dell’esame, lo specialista valuterà se la rimozione del tessuto effettuata è sufficiente o se è necessario procedere con un intervento chirurgico più specifico.
Anche il test che va alla ricerca di sangue occulto nelle feci potrebbe fornire risposte incoraggianti. In passato, questo test veniva snobbato poiché troppo spesso forniva risposte non corrispondenti alla realtà (falsi negativi o falsi positivi). Oggi, questo esame è molto più sensibile. Chiaramente, nel caso in cui la ricerca del sangue occulto dovesse dare esito positivo, bisognerebbe comunque procedere con un esame più approfondito (colonscopia).
Rimuovere un polipo è doloroso?
Se emerge la necessità di una colonscopia non più diagnostica bensì operativa, è necessario procedere con l'esame tramite sedazione. Il ricorso alla sedazione rende la colonscopia praticamente indolore. In genere, è sufficiente una sedazione leggera, tramite la quale il paziente non viene completamente addormentato. In questo modo, lo specialista può operare in serenità e il paziente non avrà modo di accorgersi di ciò che sta accadendo.
Cosa fare dopo l'asportazione dei polipi?
Anche nel caso in cui venisse confermata la natura benigna del polipo intestinale, è importante che il paziente si sottoponga e dei controlli con una buona frequenza, così da monitorare attentamente la situazione e poter intervenire in tempo.